Se nel 2020, in particolare modo in Italia, trovare lavoro sembra difficile, potrebbe esserlo ancora di più nel 2030.
Secondo l’Oxford Economics, società inglese che si occupa di fornire previsioni economiche globali per prevedere e gestire rischi economici, entro il 2030 20 milioni di posti di lavoro a livello mondiale potrebbero essere affidati ai robot solo nel settore manifatturiero. Per quanto riguarda l’Italia le stime sono diverse: circa 3 milioni di posti di lavoro nei prossimi 15 anni saranno automabili, secondo l’analisi del think tank Ambrosetti, ma con la creazione di quelli nuovi, secondo il Politecnico di Milano, dovremmo avere comunque un saldo positivo di poco più di un 1 milione di posti.
Questi dati potrebbero spaventare in molti ma a livello economico portano anche fattori positivi: l’ascesa dei robot aumenterà la produttività e la crescita economica e porterà alla creazione di nuovi posti di lavoro in settori ancora non esistenti.
Chi perderà di più saranno i modelli di business esistenti che, in molti settori saranno seriamente messi a rischio insieme a milioni di posti di lavoro esistenti che andranno persi. La società inglese aggiunge che: “dal 2010, lo stock globale di robot nell’industria è più che raddoppiato (..) Circa un terzo dei robot in tutto il mondo è ora installato in Cina, che rappresenta circa un quinto del magazzino totale del mondo dei robot”.
A livello globale, i cinque colossi del mercato dei robot industriali sono: Cina, al primo posto con una quota del 36 per cento sul totale delle installazioni, Giappone, Corea del Sud, Stati Uniti e Germania.
In un’intervista per l’Economy Up, testata di riferimento in Italia su economia digitale e innovazione, Cosimo Accoto, autore del libro “Il mondo ex machina”, spiega come stia emergendo un’economia delle macchine, che l’uomo deve imparare a governare. “Certamente, il mondo del lavoro è in trasformazione profonda. Alcuni lavori scompariranno mentre nuovi lavori stanno nascendo e nasceranno. (…) Una criticità è legata alla velocità accelerata con cui questo sta accadendo, l’altra alla complessità di immaginare ed educare alle nuove professioni da parte di istituzioni scolastiche e formative.”
Effettivamente nell’ultimo decennio la tecnologia, e in particolare modo la robotica ,ha fatto passi da gigante e non c’è da stupirsi se nel giro di pochi anni i robot diventeranno parte integrante della nostra quotidianità.
