Si chiama Smart building.edu l’area che sarà organizzata, all’interno di Didacta 2023, per fare il punto sulle architetture scolastiche. Obiettivo: fare incontrare i protagonisti dell’innovazione tecnologica nel campo degli “smart buildings” per verificare cosa offre il mercato e come questi prodotti possano finalmente entrare anche nelle scuole.
Cosa si intende per smart building
Lo smart building ha una lunga storia alle spalle – risale al 1700 l’invenzione, in Olanda, grazie all’ingegnere Cornelis Drebbel, dei primi sistemi di controllo capaci di gestire e mantenere costante la temperatura negli edifici – ma una definizione chiara ci viene Commissione Europea che lo definisce “un insieme di tecnologie di comunicazione che consentono a diversi oggetti, sensori e funzioni all’interno di un edificio di comunicare e interagire tra loro e anche di essere gestiti, controllati e automatizzati in modo remoto. Nello smart building le tecnologie aiutano a collegare una varietà di sottosistemi che originariamente operavano in modo indipendente. I processi automatizzati consentono il controllo delle operazioni dell’edificio, compresi riscaldamento, ventilazione, condizionamento, illuminazione, sicurezza e altri sistemi”. Un campo di applicazione quindi evidentemente larghissimo, dai sistemi di riscaldamento agli ascensori alla ricarica dei veicoli, ma strettamente legato all’efficienza energetica. Come realizzarla? In sostanza, con due sistemi: smart lighting per regolare i livelli di luce e il sistema HVAC (Heating, Ventilation and Air Conditioning) per regolare riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria, ovviamente grazie a sensori (specie quelli IoT) che interconnettono oggetti e impianti. Il passo da fare quindi è quello di portare tutto questo nel mondo della scuola.
PNRR e scuola
Con il PNRR vedranno la luce 216 nuovi edifici scolastici (per un totale di 1.19 miliardi di euro di investimento) e moltissimi interventi di riqualificazione e rifunzionalizzazione per più di 4.9 miliardi di euro da investire e spendere in pochi anni: è pertanto fondamentale far incontrare gli esperti di nuove tecnologie di costruzione per creare una cultura condivisa tra tecnici e mondo della scuola. Troppo spesso infatti gli uffici tecnici dei Comuni, per le scuole di primo grado, e delle province, per le scuole di secondo grado, sono fuori dai movimenti che negli ultimi decenni hanno animato il mondo delle architetture scolastiche e degli spazi di apprendimento. Il rischio che si costruiscano nuove scuole con vecchi metodi, senza neanche ascoltare le esigenze delle scuole, ma solo con la fretta di buttare giù progetti per rientrate nelle date di scadenza dei bandi rischia di inficiare l’intero processo di innovazione nell’edilizia scolastica.
Gli immobili sono responsabili del 40% dei consumi energetici
Se la sensibilità per il futuro della Terra e della specie umana non è stata, fino ad ora, una motivazione convincente per i governi, ci pensa l’aumento delle bollette a far diventare prioritario, per Comuni e Province, il bisogno di scuole che siano smart building, che siano cioè capaci di efficienza energetica: gli immobili sono responsabili di circa il 40% del consumo energetico, sia in Europa che negli Stati Uniti. Usando materiali e architetture che puntano all’efficienza energetica, è possibile non solo gestire ma anche generare energia da fonti energetiche rinnovabili e condividerla.
Didacta 2023, verso una nuova era per l’edilizia scolastica
È quindi una grande idea creare una sezione Smart building.edu a Didacta, che si terrà il prossimo marzo a Firenze, per riunire gli strumenti messi a disposizione dal PNRR a vantaggio del sistema scolastico con le persone fisiche che su quei finanziamenti devono lavorare per cercare di avere scuole capaci di efficientamento energetico, con dotazioni tecnologiche, connettività a larga banda, sistemi di climatizzazione e ricircolo dell’aria, illuminotecnica, sicurezza, piattaforme di controllo e gestione degli immobili, produzione di energia da condividere in una logica di comunità energetica. Una nuova era è alle porte?