Le parole del Ministro Bussetti hanno riecheggiato negli ultimi giorni lasciando dubbi e perplessità tra i corridoi delle scuole e non solo.
Il dimezzamento delle ore di alternanza scuola-lavoro nei licei e l’eliminazione della stessa alternanza dall’esame di stato sono stati precisati in un’intervista al Corriere della Sera dallo stesso Ministro, che ha affermato: “Arriveremo più o meno a metà delle ore di scuola-lavoro nei licei.
Gli studenti degli istituti tecnici ne faranno alcune di più perché è un’esperienza che ha avuto risultati positivi, ma è stata molto faticosa e non sempre funziona. E soprattutto non voglio che sia al centro dell’esame orale della maturità perché quello è il momento in cui lo studente deve poter esprimere sé stesso e le competenze acquisite con lo studio di cinque anni”.
Sin da quando l’alternanza è entrata a far parte della Riforma della Buona Scuola, ha suscitato critiche da più parti ma di certo si è dimostrata una delle novità più rilevanti degli ultimi anni, nonostante le difficoltà inevitabili che emergono all’inizio di un rinnovamento così roboante in ambito scolastico.
Per fare della scuola una buona pratica (buona, appunto), e un ponte solido tra banchi di scuola e aziende, è necessario lavorare con convinzione sulle innovazioni, senza fermarsi o addirittura fare passi indietro svianti per la didattica.
Tra scuola e lavoro, infatti, ci sono gli studenti a cui spetta il diritto di affrontare percorsi lineari e stimolanti per le loro opportunità di crescita e formazione, fino a raggiungere l’ultima tappa della prova di maturità. Se da un lato i ragazzi hanno il compito di dimostrare ciò che hanno appreso sui banchi per cinque anni, dall’altro si dimostra gratificante la possibilità di esprimersi anche sulle competenze acquisite in alternanza, quando questa adempie al suo compito con successo.
Il ministro ha inoltre annunciato l’imminente tentativo di modificare la Legge: “stiamo provando a inserirlo nel Milleproroghe che sarà alla Camera l’11 settembre. Se ci riusciamo, si cambia da quest’anno, altrimenti dal prossimo. Ma si cambia,non voglio che lo scuola-lavoro sia un apprendistato occulto. Abbiamo bisogno di sviluppare percorsi di competenze trasversali”.