Scuola, tra protocollo sicurezza e tamponi

Manca quasi un mese dall’inizio dell’anno scolastico, cosa bolle in pentola? Se lo stanno chiedendo docenti e genitori, sotto l’ombrellone. Il Ministero dell’Istruzione ha stanziato già oltre due miliardi per il rientro a scuola ma tra protocolli sicurezza, covid si covid no, vaccinazioni si vaccinazioni no, si preannuncia un 2021/22 non semplice.

L’ultima notizia arrivata dal mondo della scuola è la firma del protocollo sicurezza per il nuovo anno. Dopo un confronto fiume, i sindacati hanno trovato l’intesa con il Ministero dell’Istruzione sui tamponi gratuiti per il corpo docente e sulle misure per evitare classi pollaio.  E del Green pass? Al momento non si hanno ancora notizie certe ma il MI ha comunicato che dedicherà presto al tema una specifica nota.

In sostanza, se i docenti non vogliono vaccinarsi dovranno fare il tampone a scuola. E per questo l’Associazione nazionale presidi si è rifiutata di firmare il protocollo sicurezza: “Non intendiamo favorire una logica di ‘sostituzione’ della vaccinazione con il tampone”, per di più a carico delle scuole. Nel testo del protocollo sicurezza si legge che il ministero autorizza gli istituti, “mediante accordi con le aziende sanitarie o con strutture diagnostiche convenzionate”, a usare le risorse straordinarie per la gestione dell’emergenza sanitaria “anche per consentire di effettuare tamponi diagnostici al personale scolastico, secondo le modalità previste dall’Autorità sanitaria; il Ministero, al fine di non aggravare l’impegno amministrativo delle istituzioni scolastiche, fornirà il necessario supporto amministrativo e contabile attraverso schemi di accordo e indicazioni operative individuando procedure semplificate”. Secondo il report settimanale del commissario straordinario Figliuolo, al momento sarebbero 213.277 i docenti, bidelli e amministrativi privi di Green Pass, cioè il 14% del personale scolastico.

E per quanto riguarda il distanziamento? Il protocollo dice: “Si prevede il rispetto di una distanza interpersonale di almeno un metro (sia in posizione statica che dinamica) qualora logisticamente possibile e si mantiene anche nelle zone bianche la distanza di due metri tra i banchi e la cattedra del docente. Con riferimento ai servizi educativi dell’infanzia, non essendo sempre possibile garantire l’adozione di alcune misure di prevenzione (quali il distanziamento e l’uso di mascherine), è raccomandata una didattica a gruppi stabili”. Il ministro Bianchi ha dichiarato “interveniamo dove ci sono le classi più numerose, che si concentrano soprattutto nelle scuole di secondo grado delle periferie urbane. Abbiamo risorse già stanziate per queste situazioni, fondi che ora distribuiremo rapidamente. Le scuole, poi, in accordo con le Aziende sanitarie locali e il Commissario straordinario, potranno intervenire a favore dei più fragili, specificatamente coloro che non sono vaccinabili e che risultano, quindi, anche i più esposti al contagio. Interventi mirati, dunque, a favore delle situazioni più difficili per una scuola che vuole riaprire non dimenticando nessuno“.

Il protocollo favorisce “l’individuazione, in tutte le scuole, del medico competente che effettui la sorveglianza sanitaria di cui all’art. 41 del D. Lgs. 81/2008 nonché la “sorveglianza sanitaria eccezionale” di cui all’art. 83 del D.L. 19 maggio 2020, n. 34 e sua Legge di conversione del 17 luglio 2020, n. 77, per i lavoratori di cui al citato articolo 83 che ne fanno richiesta (a mezzo certificato del Medico di Medicina Generale) e preannuncia di “richiedere al Ministero della Salute di garantire una corsia preferenziale per la vaccinazione del personale scolastico, attraverso degli accessi prioritari, al fine di ampliare la platea dei vaccinati; di assicurare un costante rapporto con le istituzioni scolastiche finalizzato anche alle procedure di tampone preventivo e di contact tracing in caso di possibile contagio e di rafforzare il collegamento istituzionale tra le istituzioni scolastiche e le strutture sanitarie pubbliche di riferimento anche attraverso l’istituzione di una rete di referenti COVID-19 presso i Dipartimenti di Prevenzione per gruppi d’Istituti nella gestione dei casi sospetti all’interno delle scuole

La mascherina sarà obbligatoria per gli studenti? Si. “Nel rispetto di quanto previsto dall’art. 1, comma 2, lett. a) del DL n. 111 del 2021, viene stabilito che “è fatto obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie, fatta eccezione per i bambini di età inferiore ai sei anni, per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso dei predetti dispositivi e per lo svolgimento delle attività sportive”. Le indicazioni per gli alunni di età compresa tra sei e undici anni sono le stesse degli altri studenti di età maggiore, mentre non è previsto l’uso delle mascherine per i bambini sotto i sei anni di età, vista l’età degli alunni e la loro necessità di movimento

Quali indicazioni per il personale della scuola? ll protocollo dice che “Per il personale impegnato con bambini sotto i sei anni di età, è raccomandata una didattica a gruppi stabili (sia per i bambini che per gli educatori) e particolare attenzione ai dispositivi di protezione del personale scolastico che rimangono quelli previsti per l’a.s. 2020/20212.
Per il personale impegnato con bambini con disabilità, si prevede l’utilizzo di ulteriori dispositivi di protezione individuale (nello specifico, il lavoratore potrà usare, unitamente alla mascherina, guanti e dispositivi di protezione per occhi, viso e mucose). Nell’applicazione delle misure di prevenzione e protezione, si dovrà necessariamente tener conto della tipologia di disabilità e delle ulteriori eventuali indicazioni impartite dal medico. Al riguardo, si precisa, tra l’altro, che è prevista la fornitura di mascherine monouso trasparenti a uso medico di tipo speciale, che saranno destinate agli studenti con disabilità uditiva e al resto della classe, compagni e docent
i”.

In caso di positività in classe, cosa succede? Restano ferme le vecchie indicazioni. “Con specifico riferimento agli strumenti di contenimento del virus Sars-Cov2 (nomina del referente covid-19, aula casi sospetti covid-19, protocollo con le ASL territoriali di riferimento), rimangono valide le stesse precauzioni previste per l’A.S. 2020-2021 e, in particolare, facendo riferimento a quanto disponibile in materia sul Rapporto ISS COVID-19 n. 58/20202


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