Il 9 aprile del 2021, attraverso una comunicazione del Ministero delle Antichità della Repubblica d’Egitto, il grande archeologo-star, Zahi Hawass, ha annunciato il ritrovamento della città di Aten, sulla riva ovest del Nilo, nei pressi del sito di Luxor. La città in questione, fondata tra il 1.373 e il 1351 a.C. da Amenofi III, risulta essere, a detta di molti studiosi in tutto il mondo, “la scoperta più importante dai tempi della Tomba di Tutankhamun”.
Sulle pagine ufficiali del dicastero egiziano, come anche su varie pagine gestite da appassionati, vengono in tempo reale pubblicate foto del sito e dei reperti dissotterrati.
Come si legano oggi le scoperte archeologiche, la passione per l’Arte e il digitale?
Da Torino al Louvre, si allunga sempre di più la lista di musei che rendono disponibili le proprie collezioni online. Nei primi giorni di aprile il Musée du Louvre ha lanciato un nuovo sito, contenente un vastissimo database di 482mila opere aperte in virtuale al grande pubblico. Da oggi in poi si potrà parlare di “turisti di rete”, intendendo tutte quelle persone che potranno osservare e studiare opere d’arte da casa propria o da uno smartphone.
Sono dunque svariati i musei, le collezioni e i siti archeologici ad essersi proiettati nel 2021, tra le necessità espositive imposte dalla pandemia, per raggiungere una nuova idea di museo e turismo che sopravviverà ad essa.
Il Ministero per i Beni e la attività culturali già nel 2018 ha pubblicato un piano di comunicazione con il pubblico attraverso l’Ufficio per la gestione dei Musei, in cui si delineavano le modalità di digitalizzazione e l’innovazione dei musei con un piano triennale.
Già prima della pandemia molti musei si sono attrezzati in questo senso. Da applicazioni è partito il Museo Egizio di Torino, uscendo in rete con la propria collezione. Le due applicazioni rese disponibili dal Museo Egizio riportano sul cellulare le opere conservate con descrizioni sintetiche e comprensibili per tutti.
I musei d’Olanda, fra cui anche il Museo di Van Gogh, stanno sperimentando nuove tecnologie. Durante gli estenuanti mesi di lockdown, un fiume di lamentele in rete ha fatto capire quanto alle persone manchi l’approccio all’arte e alla cultura. Molti musei si sono dunque attrezzati in questo senso per risultare quanto più possibile vivi ed efficienti in un periodo in cui tutto si è fermato. Il Museo Archeologico di Napoli, così come quello di Venezia si sono aperti al pubblico in rete, prima con video sui social in cui erano previsti giri nel museo, e poi con un processo di digitalizzazione di opere, ora reperibili con relative spiegazioni in rete.
Un altro grande museo, faro per lo studio dell’Antichità e dell’Arte, il berlinese PergamonMuseum ha ora la disponibilità delle sue opere scannerizzate in 3D sul proprio sito.
Fondamentale è stato il titanico lavoro dei ricercatori, degli ingegneri elettronici e dei grafici rispetto al grande sito archeologico di Pompei. Moltissimi sono i video su YouTube in cui appare la città ricostruita nei suoi minimi dettagli per aiutare il visitatore a viaggiare con la fantasia, per condurlo da turista non solo attraverso gli scavi di oggi, ma anche attraverso la città del tempo.
Questo processo di digitalizzazione e realizzazione 3D ha alle spalle un lavoro molto complesso che suscita sempre più interesse nei giovani, anche nell’occasione in cui nel proprio percorso di studi non rientri un curriculum storico-artistico.
La tecnologia applicata per la digitalizzazione di un sito archeologico, come è stato recentemente fatto per la Domus Aurea di Nerone, è la medesima necessaria alla creazione di giochi di vario tipo, a contenuto storico.
Ad esempio, da svariati studiosi di archeologia è stata apprezzata la realizzazione in 3D dell’Atene del V sec. a.C. per la creazione del punultimo capitolo della saga di giochi, famosa in tutto il Mondo “Assassin’s Creed: Odyssey” (2018).
Lo studio ha alle spalle un’analisi teorica di uno specifico sito, poi ampliata da ricostruzioni storiche fatte da specialisti. Il campo dell’archeologia teorica si lega con le capacità messe appunto dalla tecnologia, mezzo con cui si arriva alla creazione del prodotto finito. In questo i giochi avvicinano i giovani al contesto dell’Antichità, in modo molto efficiente e segnante per le generazioni del nuovo millennio. A loro, per di più, offre innumerevoli posti di lavoro, dato l’incremento sempre più costante della richiesta di giochi di questa tipologia.