Aggiornate le linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto del bullismo nelle scuole di ogni ordine e grado. Il documento del Ministero dell’Istruzione, in continuità con il testo del 2017, è stato elaborato con i contributi dei Referenti Regionali per il contrasto dei fenomeni di Bullismo e Cyberbullismo, del Forum Studenti, del FONAGS (Forum nazionale delle associazioni dei genitori della scuola). E’ uno strumento utile di lavoro per chi opera nelle scuole, efficacemente sintetizzato nella nota ministeriale n.482 del 18 febbraio che indica un approccio in linea con le iniziative europee, come il progetto “Generazioni Connesse – Safer Internet Centre Italiano“.
Il nuovo testo del Ministero indica strumenti utili e buone pratiche per contrastare il fenomeno, fa un focus sul progetto Safer Internet Centre Generazioni Connesse, punta alla formazione dei docenti in tema di strategie contro il bullismo, spiega modelli di prevenzione, invita a costruire sia a livello di scuola che di territorio un team antibullismo ed un team per l’emergenza, illustra protocolli di intervento, suggerisce di inserire nei siti delle scuole uno spazio dedicato e offre anche modelli fac simile per segnalare agli organi competenti le situazioni di rischio.
Cos’è? Il cyberbullismo è una forma di bullismo condotto attraverso strumenti telematici. Il termine bullismo indica un comportamento provocatorio e all’occorrenza violento, tanto di natura fisica quanto psicologica. E’ caratterizzato da azioni violente e intimidatorie esercitate da un bullo, o un gruppo di bulli, su una vittima. Le azioni possono riguardare molestie verbali, aggressioni fisiche, persecuzioni, generalmente attuate in ambiente scolastico. Con quella che molti amano definire “Terza Rivoluzione Industriale”, ossia quella di Internet, dei Media ed in generale della tecnologia, anche fenomeni come il bullismo hanno trovato nuovi campi fertili dove germogliare. In questo modo il bullo può entrare nelle case delle vittime, ogni volta che la connessione lo consente, ampliando sempre di più gli orizzonti e le frequenze delle vessazioni. Il bullismo diventa quindi cyberbullismo. Il cyberbullismo definisce un insieme di azioni aggressive e intenzionali, di una singola persona o di un gruppo, realizzate mediante strumenti elettronici (sms, mms, foto, video, email, chat rooms, istant messaging, siti web, telefonate), il cui obiettivo e quello di provocare danni ad un coetaneo incapace di difendersi.
Leggi a tutela.
Storia. Il 5 febbraio 2007 il Ministero dell’Istruzione emanò le “Linee di indirizzo generali ed azioni a livello nazionale per la prevenzione e la lotta al bullismo” per delineare finalità educative e possibili sanzioni disciplinari, istituire una serie di campagne di informazione e sensibilizzazione differenziate per ordine di scuola. Furono costituiti, presso ogni Ufficio scolastico regionale, gli osservatori regionali permanenti sul bullismo, con il compito di rilevare e monitorare in modo costante il fenomeno e di dare supporto alle istituzioni scolastiche. Gli osservatori regionali lavorano in collegamento con le diverse istituzioni che a livello nazionale si occupano di educazione alla legalità: luogo di raccordo tra i vari soggetti in campo è il portale internet www.smontailbullo.it. Fu istituito il numero verde nazionale 800 66 96 96, attivo dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19, a cui poter segnalare casi, chiedere informazioni generali sul fenomeno e su come comportarsi in situazioni “critiche”, nonché ricevere sostegno.
Nel 2017 fu poi promulgata una vera e propria legge (n. 71), “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo” intendendo con il termine “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identita’, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonche’ la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o piu’ componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”.
Nonostante gli interventi ministeriali e legislativi, oggi, si registrano dati sempre più preoccupanti: secondo le ultime stime della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps), presentate in occasione della Giornata Nazionale contro il Bullismo e il Cyberbullismo, oltre il 50% dei ragazzi tra gli 11 e 17 anni ha subito episodi di bullismo. Le ragazze sono le più colpite: il 12,4% delle giovani ammette di esserne state vittima, contro il 10,4% dei ragazzi. Per arginare il fenomeno, è fondamentale una buona Educazione Digitale, finalizzata alla scoperta delle opportunità legate alle tecnologie ma anche alla conoscenza dei rischi e pericoli che si corrono su Internet e sui Social Network.
I casi di bullismo, partiti dalla rete, finiti poi male sono svariati a costellano le pagine di cronaca nera sui giornali italiani. Nel 2019, il 3 luglio, fu emanata la prima sentenza di condanna in Italia per il reato di tortura per atti di bullismo su un quindicenne. Il ragazzo, rinchiuso per ore in uno scantinato era stato torturato e seviziato da un gruppo di coetanei, i quali furono condannati dal tribunale di Milano a quattro anni di carcere e al pagamento di una multa di 1.200 euro. Era l’inizio, anche da parte delle istituzioni, di una nuova consapevolezza, anche decisionale, di questa problematica sociale, per anni rimasta impunita e penalmente disattesa.