L’ologramma è un’immagine che, mediante una lastra di materiale sensibile e una sorgente luminosa coerente, dà l’impressione di essere tridimensionale.
Questa illusione ottica ha sempre fatto sognare moltissime persone, soprattutto se usata nel mondo del cinema. A proposito, fino a qualche decennio fa, veniva considerato vera e propria fantascienza, impossibile da concepire e gestire nel concreto. Celebre è la scena del primo Star Wars (1977) in cui il robot, chiamato R2-D2, proietta un ologramma della Principessa Leila che supplica Obi-Wan Kenobi di aiutarla, è altrettanto famosa quella in Minority Report (2002), in cui Tom Cruise cerca di afferrare l’ologramma del figlio morto senza riuscirci.
Oggi, nel 2021, questa nuova tecnologia sta diventando sempre più tangibile, tanto che un team di scienziati dell’Università di Tokyo è riuscito a rendere gli ologrammi sensibili al nostro tatto proprio come se fossero dei veri e propri oggetti reali. A riguardo Hyroyuki Shinoda, professore dell’università giapponese, dice: “Fino ad ora l’olografia è stata solo per gli occhi e se si cercava di toccarla la mano le passava attraverso, ma ora abbiamo raggiunto una tecnologia che può aggiungere la sensazione di toccare gli ologrammi”. Grazie all’utilizzo di un software che usa onde ultrasoniche, l’utente che tocca l’ologramma ha la sensazione di ricevere una pressione sulla mano così da poter creare un’interazione con l’ologramma stesso. Questo progetto, chiamato Haptoclone, non avrà come unico obiettivo quello di ammaliare il pubblico, ma potrebbe essere utilizzato per altri fini: ”Negli ospedali ci possono essere contaminazioni perché i pazienti usano gli stessi oggetti, ma se si possono trasformare gli interruttori o cose simili in oggetti virtuali non ci si dovrà più preoccupare” continua il professor Hyroyuki Shinoda.
In effetti già si parlava di utilizzare gli ologrammi nel settore sanitario, ad esempio un gruppo di ricercatori presso l’ UCLA (Università della California), ha sviluppato una tecnologia per agevolare la diagnosi di malattie croniche, anche nelle aree più remote del nostro corpo. Questa tecnologia possiede un hardware ottico estremamente semplice e un microscopio privo di lenti, nonché sofisticati algoritmi che aiutano a ricostruire le immagini dei campioni di tessuto.
Un altro ambito, in cui l’utilizzo di ologrammi potrebbe essere valido, è quello politico. Se pensiamo che lo Studio Tangram ha permesso al primo ministro indiano Narendra di apparire contemporaneamente in più luoghi per le elezioni elettorali del 2014, è davvero stupefacente. Narenda Modi ha sfruttato la tecnologia degli ologrammi per raggiungere più persone e così facendo è riuscito a presentarsi personalmente a più di 100 milioni di elettori in 1500 località. Narenda Modi non è l’unico ad essersi affidato ad un alter ego digitale: il 26 Gennaio dello stesso anno, Recep Tayyip Erdoğan, primo ministro turco, impossibilitato, per motivi di tempo, a partecipare ad un incontro del suo partito, fece proiettare un ologramma di tre metri proprio dinnanzi ai suoi sostenitori politici.
Insomma gli ologrammi possono rivelarsi davvero utili, basta saper utilizzare al meglio la propria creatività.