Ape volontario e Ape sociale, i primi numeri sulla sperimentazione

Dall’inizio della sperimentazione sono state già presentate quasi 16 mila domande certificate per ottenere l’anticipo pensionistico e sono state effettuate oltre 186 mila simulazioni online

Ci sono i numeri per un primo confronto relativo all’Ape, l’anticipo finanziario a garanzia pensionistico modificato dall’ultima legge di bilancio, che sta attraversando una prima fase sperimentale programmata dall’INPS fino al termine del 2019.

L’Ape volontario consente di ricorrere ad un anticipo della pensione tramite il sistema bancario ed assicurativo e, come descritto dalla circolare INPS 28/2018, richiede alcuni requisiti specifici.

Fra questi, è necessario avere almeno 63 anni di età e 20 anni di contributi alle spalle, avere un importo della futura pensione mensile, al netto della rata di ammortamento per il rimborso del prestito richiesto, pari a 1,4 volte il trattamento minimo INPS e non essere titolare di pensione diretta o assegno ordinario di invalidità.

Si tratta, nei fatti, di un prestito erogato dalla banca in 12 mensilità e perciò differisce dall’Ape sociale, che invece viene erogato dallo Sato in particolari condizioni di disagio del lavoratore e consente a chi non abbia ancora compiuto 63 anni di percepire un’indennità fino al conseguimento della pensione di vecchiaia.

In questo caso si parla di disoccupati che non percepiscono più, da almeno tre mesi, la prestazione per la loro disoccupazione, di soggetti che assistono da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado con handicap grave, di invalidi civili oltre il 74% e di altre particolari categorie di lavoratori. 

Per queste due misure l’INPS ha messo a disposizione sulla propria piattaforma online un simulatore automatico che consente di verificare la convenienza dell’Ape caso per caso. Sempre telematicamente avviene la certificazione del possesso dei requisiti per il diritto ad una delle due misure e l’intero l’iter procedurale.

Secondo i dati resi noti dallo stesso Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, dall’inizio della sperimentazione lo scorso 14 febbraio sono state già presentate quasi 16 mila domande certificate per ottenere l’anticipo pensionistico e sono state effettuate oltre 186 mila simulazioni online.

Le stime suggeriscono che le due misure previdenziali potrebbero interessare potenzialmente un bacino di oltre 300 mila utenti nati fra maggio del 1954 e luglio 1956 e lascia intendere come le risorse da mettere a disposizione possano soltanto crescere nel corso degli anni.

Intanto la Banca Centrale Europea lancia l’allarme sul rischio invecchiamento e sulle possibili conseguenze frenanti che il fenomeno può avere sul prodotto Interno Lordo europeo.

Dall’ultimo bollettino economico si evince come gli effetti possano incidere sulla spesa pubblica per pensioni, salute e assistenza oltre che su un calo del Pil pro capite in tutta l’Eurozona, che addirittura potrebbe diminuire del 4,7%.

Le stime sono semplificate a un sistema economico chiuso che non considera l’eterogeneità territoriale ma suggeriscono una riflessione, paese per paese, sulle strategie da seguire per incentivare l’occupazione giovanile e riprogrammare i sistemi previdenziali. 

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