Una guida per capire le modalità di realizzazione e l’utilità delle prove Invalsi
Il D. Lgs. n. 62/2017 definisce il disegno e le modalità di realizzazione delle prove INVALSI:
- II primaria (grado 2): Italiano e Matematica (prove cartacee)
- V primaria (grado 5): Italiano, Matematica, Inglese: reading e listening a livello A1 (certificative anche del livello pre-A1), come definito dalle Indicazioni nazionali (prove cartacee)
- III secondaria di primo grado (grado 8): Italiano, Matematica, Inglese: reading e listening a livello A2 (certificative anche del livello pre-A1 e A1), come definito dalle Indicazioni nazionali (prove somministrate al computer, Computer Based Testing, CBT)
- II secondaria di secondo grado (grado 10): Italiano, Matematica (prove CBT)
- V secondaria di primo grado (grado 13): Italiano, Matematica, Inglese: reading e listening a livello B2 (certificative anche del livello B1), come definito dalle Indicazioni nazionali (prove somministrate al computer, Computer Based Testing, CBT)
In base al D. Lgs. n. 62/2017 le prove di grado 8 e grado 13 sono connesse all’esame di Stato, ossia:
- si svolgono prima dell’esame di Stato:
- grado 8: ad aprile
- grado 13: a marzo
- sono requisito per l’ammissione all’esame di Stato:
- grado 8: dall’a.s. 2017-18
- grado 13: dall’a.s. 2019-20 (nel D. Lgs. n. 62/2017 era previsto per l’attuale anno scolastico, ossia l’a.s. 2018-19, rinviato all’a.s. 2019-20 per effetto della legge n. 108 del 21 settembre 2018 (conversione decreto legge 25 luglio 2018, n. 91 “Milleproroghe”)
- l’esito è espresso in termini descrittivi nella forma di certificazione delle competenze articolati in 5 livelli per l’Italiano e la Matematica e in base al QCER (quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue) per l’inglese. Gli esiti delle prove INVALSI confluiscono:
- per il grado 8 nella certificazione delle competenze (art. 9, comma 3, lettera f del D. Lgs. n. 62/2017)
- per il grado 13 nel curriculum dello studente (art. 21, comma 2 del D. Lgs. n. 62/2017)
- sono somministrate al computer (CBT)
L’impianto delle prove INVALSI previsto dal D. Lgs. n. 62/2017 rappresenta un ottimo punto di equilibrio per le ragioni di seguito brevemente elencate.
- Si introduce la prova d’Inglese alla fine del ciclo primario, secondario di primo grado e secondario di secondo grado. Questo è un aspetto molto importante poiché consente di monitorare in base a criteri scientifici, rigorosamente ancorati al QCER, le competenze in Inglese degli allievi delle scuole italiane. Inoltre, la disponibilità sistematica su base universale dei livelli d’Inglese degli studenti di tutte le scuole del Paese è molto importante per migliorare l’equità generale del sistema. Tutte le famiglie, non solo quelle maggiormente sensibili e con più strumenti, possono avere un’informazione diretta sul livello di competenza in Inglese dei loro ragazzi, favorendo quindi l’apprendimento complessivo dell’Inglese, strategico per la competitività del sistema Paese.
- La collocazione delle prove INVALSI di grado 8 e grado 13 al di fuori dell’esame di Stato consente di superare le criticità del vecchio impianto della prova nazionale (esame di licenza media), ossia la commistione tra valutazione di scuola e misurazione standardizzata. Allo stesso tempo, però, aumenta la trasparenza e l’equità del sistema complessivo poiché gli esiti certificativi (distinti per Italiano, Matematica, Inglese-reading e Inglese-listening) sono noti, su una scala nazionale e comparabile, a tutti gli attori del sistema: famiglie, studenti, gradi scolastici-universitari successivi e mondo del lavoro.
- Lo svolgimento delle prove INVALSI di grado 8 e grado 13 e non il loro esito costituisce il requisito di ammissione all’esame di Stato. Questa soluzione è molto appropriata poiché:
- consente di distinguere la valutazione di scuola dalla misurazione, ossia il voto di maturità è stabilito dalla scuola e non è direttamente influenzato dall’esito di una prova standardizzata,
- consente di aumentare la trasparenza generale del sistema. Infatti tutti i soggetti interessati (famiglie, studenti, scuola, università, mondo del lavoro) hanno un’informazione solida e comparabile in termini di competenze raggiunte in tre ambiti fondamentali come l’Italiano, la Matematica e l’Inglese,
- la trasparenza dell’esito rappresenta un punto forte di equità reale e concreta poiché si supera l’autoreferenzialità del sistema che è una delle cause della forte differenza dei livelli di competenza raggiunti dagli studenti delle nostre scuole nelle diverse regioni del Paese.
- La somministrazione informatica (CBT) delle prove rappresenta un aspetto molto importante per i seguenti motivi:
- aumenta considerevolmente l’attendibilità dei dati. Nell’a.s. 2017-18 le irregolarità delle prove (cheating) sono praticamente scomparse. Ciò è importante non solo dal punto di vista tecnico (dati più solidi e comparabili), ma anche dal punto di vista educativo generale, poiché la correttezza nello svolgimento delle prove rappresenta un esempio positivo fondamentale di rispetto delle regole, quindi di esercizio della cittadinanza,
- azzera i compiti adempitivi per i docenti. La somministrazione CBT della prova solleva il personale della scuola dagli oneri tipici di una prova cartacea (immissione dei dati, correzione delle domande aperte che invece sono corrette centralmente, trasmissione dei dati, ecc.),
- rende la prova INVALSI più moderna e al passo con i tempi. La somministrazione CBT avvicina le modalità di misurazione agli ambienti digitali, fondamentali per il cittadino di oggi e di domani. Questa modalità consente maggiore flessibilità e adattamento della prova INVALSI alle esigenze degli studenti, inclusi quelli con bisogni educativi speciali,
- promuove lo sviluppo delle competenze digitali. Gli sforzi realizzati dalle scuole per consentire lo svolgimento CBT delle prove INVALSI permettono nei fatti il consolidamento e il potenziamento delle strumentazioni informatiche e della connessione alla rete internet, aumentando quindi in modo permanente la dotazione tecnologiche delle scuole.
Per le ragioni brevemente esposte, qualsiasi depotenziamento del sistema delle prove INVALSI si tradurrebbe in un danno complessivo per il sistema scolastico, riducendone la trasparenza, quindi la sua affidabilità e, non da ultimo, la sua equità. Solo una scuola in cui sia possibile conoscere i livelli di apprendimento raggiunti dai suoi studenti è in grado di garantire nei fatti e non solo nelle intenzioni buone possibilità di crescita per tutti e per ciascuno. Ciò implica che le prove INVALSI restino su scala censuaria (tutti gli studenti) e non campionaria (solo un campione di studenti). Infine, ma non da ultimo, non è immaginabile un vero miglioramento del sistema scolastico senza disporre di dati solidi e attendibili sui livelli di apprendimento prodotti.