Su 8.230 scuole, 8.170 hanno presentato entro il 28 ottobre i progetti per il Piano Scuola 4.0. Un’adesione che il ministro considera come una vittoria delle scuole sulla sfida del PNRR. Questo porterà uno stanziamento complessivo di circa 1,7 mld di euro. Anche per quanto riguarda l’orientamento, fondamentale nella lotta contro la dispersione scolastica, le scuole hanno aderito in massa: sempre entro il 28 febbraio, le Secondarie di I e II grado hanno proposto 3.174 progetti su 3.193 totali sulla dispersione, per complessivi 500 milioni circa.
Lo sforzo delle scuole
Lo sforzo delle scuole è stato immane, per la complessità delle azioni da porre in essere, lavoro che si è aggiunto al carico di compiti dei dirigenti scolastici. Le scuole dovevano garantire il raggiungimento dei milestone e target della linea di investimento; garantire il principio DNSH (Do No Significant Harm, ossia che gli interventi previsti non arrechino nessun danno significativo all’ambiente), pena la decadenza dal finanziamento; garantire il rispetto del divieto di doppio finanziamento; garantire l’assenza di conflitti di interesse; adottare procedure interne che assicurino conformità ai regolamenti comunitari e a quanto indicato dal Ministero garantire il rispetto delle misure adeguate per la sana gestione finanziaria in materia di prevenzione, identificazione e rettifica dei conflitti di interessi, delle frodi, della corruzione e di recupero e restituzione dei fondi che sono stati indebitamente assegnati, nonché di garantire l’assenza del c.d. doppio finanziamento; garantire la piena attuazione dei progetti, assicurando l’avvio tempestivo delle attività rispettare l’obbligo di richiesta CUP di progetto e conseguente indicazione dello stesso su tutti gli atti amministrativo/contabili; rilevare e imputare nel sistema informatico i dati di monitoraggio sull’avanzamento procedurale; assicurare gli obblighi di conservazione, della documentazione progettuale, che, nelle diverse fasi di controllo e verifica previste dal sistema di gestione e controllo del PNRR, dovrà essere messa prontamente a disposizione su richiesta del Ministero, del Servizio centrale per il PNRR, dell’Unità di Audit, della Commissione Europea, dell’OLAF, della Corte dei Conti Europea, della Procura Europea e delle competenti Autorità giudiziarie nazionali; garantire il rispetto degli obblighi in materia di comunicazione e informazione; inoltrare le richieste di pagamento al Ministero dell’istruzione – Unità di missione del PNRR con allegata la rendicontazione dettagliata delle spese effettivamente sostenute e del contributo al perseguimento di milestone e target; partecipare, ove richiesto, alle riunioni convocate dall’Unità di missione del PNRR del Ministero dell’istruzione.
Un nuovo insegnamento della matematica
A Didacta Italia, la principale manifestazione sulla scuola italiana e la formazione degli insegnanti, il ministro ha anche rilanciato, per quanto riguarda gli insegnamenti Stem: “Ritengo sia giunto il momento di introdurre una visione nuova: penso, citando il premio Nobel Giorgio Parisi, a un insegnamento della matematica e della fisica che parta dalla realtà per arrivare all’astrazione, che sappia coinvolgere anche chi non ha il ‘bernoccolo’ della matematica. Stiamo lavorando in maniera energica per dare vita ad una scuola ‘intelligente’, cioè una scuola innovativa in tutti i suoi aspetti, a partire dalla creazione di ambienti accoglienti e stimolanti, dove ogni elemento, dalle luci ai colori, dalla diffusione fonica alla qualità dell’aria, contribuisca alla serenità della vita fra i banchi. Stiamo lavorando ad una scuola 4.0 che, come indicato dal Pnrr, deve essere un modello nell’utilizzo delle tecnologie dell’intelligenza artificiale, temi centrali nel dibattito pubblico”
Collegare scuole e aziende
Prossimo proposito del ministro Valditara, annunciato a Didacta, è affidare contratti di insegnamento a professionisti del mondo della produzione e delle imprese: la stessa idea fondante degli ITS. L’obiettivo: dare una risposta all’1,2 milioni di posti di lavoro che non vengono coperti in Italia per mancanza di qualifiche corrispondenti. Nel frattempo si attende il via libera del Ministero dell’Economia riguardo ai 300 milioni di euro che serviranno per aumentare lo stipendio dei docenti.