La Biennale Tecnologia

Torino è stata in questi giorni centro di lezioni, panel, laboratori, spettacoli e mostre che hanno coinvolto scienziati, tecnologi, scrittori, economisti, filosofi, giornalisti, storici, artisti, tutti riuniti nella Biennale Tecnologia organizzata dal Politecnico. Un evento d’eccellenza, riconosciuto tale con la Medaglia del Presidente della Repubblica conferita da Sergio Mattarella al Politecnico di Torino: la Biennale è ormai un evento stabile dedicato al ruolo decisivo della tecnologia in tutti gli ambiti della nostra vita e nelle grandi sfide che deve affrontare l’umanità. Viene organizzata in alternanza con la Biennale Democrazia, evento che fa di Torino centro di diffusione di una cultura della democrazia che sappia tradursi in pratica democratica. Sono due facce della stessa medaglia, entrambe condizionano la vita: non a caso, nel logo, è scritto “Tecnologia è umanità”, tema che dovrebbe essere incessantemente al centro di una discussione pubblica ampia e approfondita, dalle scuole e università al Parlamento, dai partiti politici ai media.

La tecnologia è profondamente umana

E’ il concetto di fondo espresso sin dalla prima edizione della Biennale: la tecnologia è profondamente umana, con tutte le potenzialità positive e negative dell’umanità, con tutte le sue esplosive contraddizioni. E per questo, sul piano della comprensione, quindi, è necessaria una fortissima collaborazione tra saperi diversi, arti incluse, per capire in maniera ampia la tecnologia, ovvero, l’opposto della frammentazione e dell’incomunicabilità che quasi sempre domina la scena oggi. A dirlo è Juan Carlos De Martin, professore ordinario al Politecnico di Torino, faculty associate all’Università di Harvard e co-curatore, con Luca De Biase, di Biennale Tecnologia: “La tecnologia è umana anche in un altro senso, ovvero, che in quanto prodotto umano è – in linea di principio – assolutamente plasmabile dagli esseri umani stessi. Contrariamente a ciò che pensano sia entusiasti, sia pessimisti, non esiste alcun determinismo, né in positivo, né in negativo. Ma se la tecnologia è controllabile dagli esseri umani allora a monte del discorso sulla tecnologia c’è il discorso sul come vorremmo vivere insieme. Del tipo di società a cui vorremmo dare vita, della sua struttura interna, del suo rapporto col pianeta. E’ dal tipo di società che riusciremo a realizzare, infatti, che dipenderà se avremo tecnologie più o meno al servizio della collettività, più o meno rispettose dell’ambiente e di altre collettività umane, più o meno al servizio dei più deboli, più o meno sensibili a decisioni democratiche. E’ essenziale, però, che fin dall’inizio di questa riflessione filosofica e politica si pensi alla tecnologia in modo nuovo: non più mero insieme di strumenti dall’efficacia variabile, ma componente immanente dell’umanità. Tecnologia è umanità”. 

Come si articola la Biennale Tecnologia

Possiamo definirla una rassegna di ampio respiro – tutti i 130 appuntamenti sono ad ingresso gratuito – sul rapporto tra tecnologia e società: si è discusso non solo delle più recenti innovazioni tecnologiche, ma anche delle implicazioni ambientali, etiche, sociali, economiche e geopolitiche delle scelte che riguardano temi tecnologici. Basti pensare all’intelligenza artificiale, all’energia, ai trasporti ed alle telecomunicazioni. La Biennale si è interrogata, con un approccio fortemente interdisciplinare, su come governare la tecnologia nell’interesse della collettività. Non sono mancati anche i linguaggi della narrativa, del cinema, della musica e delle arti figurative e momenti didattici pensati per le scuole.  

Il Politecnico di Torino

Nei suoi 160 anni, il Politecnico ha attraversato tutte le fasi dello sviluppo socio-economico del nostro Paese: nacque nel 1859 dalla Scuola di Applicazione per gli Ingegneri e dal Museo Industriale Italiano, che divennero Regio Politecnico di Torino nel 1906, ed è oggi accreditato dai ranking internazionali come una delle principali università tecniche in Europa, con circa 37mila studenti, il 19%  provenienti da oltre 100 Paesi (secondo Almalaurea, nove laureati magistrali su dieci lavorano a un anno dal conseguimento del titolo, con contratti più stabili e meglio retribuiti della media dei laureati italiani). Sul modello delle grandi scuole politecniche europee, il Politecnico, sin dalla sua nascita, ha due anime: una rivolta al mondo scientifico internazionale, l’altra rivolta all’industria ed al mondo produttivo e professionale locale e nazionale. Ed è in questa ottica che il Politecnico organizza la Biennale Tecnologia: formazione politecnica significa ricerca e tecnologia, ma anche letteratura, arte, musica, cinema.

Biennale e la scuola

Un’attenzione particolare della Biennale Tecnologia è rivolta alla scuola, come complemento alla didattica in presenza, ma anche come supporto alla formazione e all’orientamento: attività per costruire un ponte tra mondo della scuola e mondo della ricerca, sempre in riferimento agli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Dall’11 al 13 novembre gli studenti e le studentesse delle scuole dell’obbligo hanno sperimentato  una serie di laboratori e incontri con i ricercatori e le ricercatrici del Politecnico e con i partner della Biennale per sperimentare che “tecnologia è umanità”.

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