È stato pubblicato da parte della Commissione Europea il rapporto dell’ Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI) dell’anno 2022, che da anni esamina la qualità ed il livello di innovazione e digitalizzazione dei servizi, delle competenze e delle infrastrutture dei paesi appartenenti all’Unione Europea per poi stilarne una classifica attendibile ed analizzarne il progresso di ogni paese avvenuto nell’arco degli ultimi cinque anni, tenendo conto del rispettivo punto di partenza.
Per conseguire gli obiettivi del decennio digitale è necessario lo sforzo collettivo di tutti: i risultati rilevano ancora una grande disomogeneità di sviluppo tra i vari Stati membri. Affinché l’Europa intera consegua gli obiettivi entro il 2030, è necessario che i capofila dello sviluppo digitale progrediscano per guidare la digitalizzazione a livello mondiale, ruolo che però non sembra essere assegnabile all’Italia.
Nonostante gli enormi sforzi attuati durante il periodo di pandemia da Covid19 per rimanere al passo con i tempi, l’Italia rimane al 18esimo posto della classifica fra i 27 Stati membri dell’UE. Ciononostante, in una visione d’insieme, il nostro Paese sta guadagnando terreno se si considerano i progressi del suo punteggio DESI negli ultimi cinque anni, questo sicuramente anche grazie all’istituzione di un ministero per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale ed all’adozione di varie strategie chiave e al varo di molte misure strategiche: l’Italia è, infatti, il paese europeo che nel periodo tra il 2017 e il 2022 ha avuto la crescita maggiore all’interno dell’indice DESI, con una over performance dell’11%.
Nonostante le competenze digitali di base siano state inserite nel nostro quotidiano, esse restano ancora inutilizzate per più della metà della popolazione italiana, per una questione anche puramente demografica: l’elevata percentuale di persone anagraficamente grandi.

Un punto su cui nei prossimi anni l’Italia dovrà sicuramente migliorare è quello delle competenze digitali avanzate e specialistiche come big data ed intelligenze artificiale che con il dato più basso in assoluto, fanno assumere all’Italia la terzultima posizione della classifica complessiva delle competenze, davanti solo alla Bulgaria ed alla Romania.
Dal momento che l’Italia è la terza economia dell’UE per via delle sue dimensioni, i progressi o i no progressi che essa compirà nei prossimi anni nella trasformazione digitale saranno cruciali per il conseguimento degli obiettivi del decennio digitale per il 2030.