Quando la formazione sposa la tecnologia, finalizzando le proprie strategie sul tema dell’innovazione, il vantaggio è quello di soddisfare realmente le esigenze delle imprese che affrontano le sfide di un mercato competitivo.
Lo dimostrano attraverso i numeri gli Istituti Tecnici Superiori, che offrono percorsi di formazione post diploma nelle aree considerate prioritarie per lo sviluppo economico e per la competitività del Paese.
Si tratta di aree che mirano allo sviluppo dell’efficienza energetica, della mobilità sostenibile, delle nuove tecnologie della vita, del Made in Italy, della cultura e dei sistemi ITC, considerando in ognuna di esse i fattori tecnologici come principale chiave per affrontare la formazione degli studenti.
I numeri di cui parliamo lasciano intendere come sia un modello già vincente. Dall’ultimo monitoraggio redatto da INDIRE (l’Istituto Nazionale Documentazione Innovazione e Ricerca Educativa), basato sui 93 Istituti presenti sul territorio nazionale,risulta che il 79,1% degli studenti iscritti sono occupati a 12 mesi del conseguimento del titolo e, di questi, l’87,5% riesce a lavorare in aree coerenti con il titolo stesso.
Quest’ultimo dato riguarda 1223 studenti nel 2017, contro i 904 occupati nell’anno precedente e i 743 andando indietro ancora di un anno. Un trend in crescita, quindi, che offre al mercato del lavoro nuovi profili tecnici altamente qualificati e amplia la propria offerta formativa a partire dal 2018-2019, grazie all’avvio del Programma di sviluppo nazionale del Miur.
Per l’occasione saranno erogati 23 milioni di euro, cifra che conferma la fiducia delle Istituzioni in un sistema capace di promuovere elevate competenze tecniche e di sviluppare processi di innovazione e di valorizzazione delle filiere produttive in contesti ad alto contenuto tecnologico.
Il valore aggiunto è dato certamente dalla collaborazione che il sistema ITS riesce ad instaurare con le imprese, le Università, i centri di ricerca scientifica e tecnologica,gli enti locali e il sistema scolastico in una rete che assicura la spendibilità delle competenze in Italia e nel resto d’Europa.
Così la strategia alla base degli ITS unisce le politiche di istruzione, formazione e lavoro alle politiche industriali in un sistema virtuoso per generare competenze innovative e indispensabili alla crescita del Paese.
Fra i vantaggi più diretti e immediati potremmo citare quel trasferimento tecnologico di cui le piccole e medie imprese sentono una forte necessità negli ultimi anni, in linea con le esigenze globali di crescita aziendale.
Alessandro Santarsiere