La digital transformation nell’agrifood è “agricoltura 4.0”, la quarta rivoluzione industriale. Dopo le difficoltà causate dall’emergenza Covid-19 tante sono le possibilità per accedere alle tecnologie innovative per razionalizzare l’uso delle risorse ed avere vantaggi economici e sostenibili con impatti positivi sulla salute.
Il Governo sta cercando di sostenere l’agricoltura 4.0 con varie misure, dal credito d’imposta per investimenti in macchinari agricoli (che prevede un contributo pari al 50% dell’investimento e fino a 2,5 milioni di euro per macchine agricole con tecnologia 4.0, e al 10% dell’investimento e fino ad un massimo di 2 milioni di euro per tutte le altre macchine agricole) al rifinanziamento della nuova Sabatini introdotta dalla “Legge di Stabilità 2021”: 540 milioni di euro fino al 2025 il che si traduce in un risparmio del 7,7% su macchine agricole ordinarie, del 10% per macchine agricole 4.0, del 15,4% per macchine agricole 4.0 per le micro e piccole imprese del Sud. Tra i punti più rilevanti della Sabatini 2021, la possibilità di erogare il contributo in un’unica soluzione indipendentemente dall’importo del finanziamento.
Anche l’Inail è sceso in campo per l’agricoltura 4.0 con 200 milioni di euro per finanziamenti a fondo perduto alle imprese che decidano di investire in nuovi macchinari agricoli (contributo pari al 50% dell’investimento per i giovani agricoltori ed al 40% per tutte le altre imprese agricole per importi compresi tra un minimo di mille euro fino ad un massimo di 60mila euro). La legge di bilancio 2021 ha inoltre prorogato al 31 dicembre 2022 una ulteriore agevolazione del Credito del Mezzogiorno per l’agricoltura 4.0 in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo, cumulabile sia con la misura del credito d’imposta 2021 sia con la Nuova Sabatini.
E’dagli anni ’90 che la scienza viene applicata all’agricoltura di precisione ma ora stiamo andando oltre: dai droni all’analisi dei big data (strutturati o destrutturati, arrivano da fonti eterogenee, come sensori o transazioni computer based), dall’agrometeorologia (applicazioni che integrano i dati meteo alle strategie di coltivazione) ai trattori a guida autonoma, si tratta oggi non più solo di aiutare l’agricoltore nella sua attività quotidiana ma di pianificare strategie per aumentare la sostenibilità economica, ambientale e sociale.
L’agricoltura italiana è ripartita nel “dopo Covid” toccando i 540 milioni di euro nel 2020, pari a circa il 4% del mercato globale, con una crescita del 20% rispetto all’anno precedente, in linea con l’andamento pre Covid. Secondo i dati dell’Osservatorio Smart Agrifood 2021 della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE dell’Università degli Studi di Brescia, il 60% delle aziende agricole usa almeno una soluzione digitale, il 38% ne impiega due o più, ma soltanto il 3-4% della superficie agricola è coltivata con strumenti 4.0. Sensori installati sulle piante o sulle macchine agricole trasmettono informazioni per assumere decisioni veloci da demandare ai sistemi automatizzati, si può risparmiare acqua rendendo efficiente l’irrigazione. E grande spazio alle tecnologie blockchain utili per la tracciabilità della produzione e la certificazione del prodotto che arriva in tavola.
Tra le tecnologie più utilizzate, quelle di Data & Analytics (73%), piattaforme e software di elaborazione (68%) e Internet of Things (54%, +4%), device di ultima generazione (46%), mobilità e geolocalizzazione (38%), veicoli e attrezzature connesse (25%), Cloud (19%, +10%) e Artificial Intelligence & Machine Learning (12%). La maggior parte di questi strumenti è impiegata nella mappatura e monitoraggio da remoto dei terreni (41%), nell’analisi dei fattori ambientali e dei terreni (33%), nel monitoraggio di macchine e attrezzature (23%) e nel water management (19%).