Le piattaforme social, nate per la condivisione e con l’intento di offrire un luogo virtuale in cui è possibile scambiarsi continuamente informazioni e opinioni, di condividere esperienze e competenze, oggi sono anche fonte di conflitti e disgregazione: ecco la risposta da parte di Pinterest, Instagram e Tik Tok.
Le discussioni sui social network nascono dalla qualunque, che sia un’ ideologia politica o un mezzo per aumentare i propri followers, ma il fenomeno più comune nella nuova generazione e che più ha fatto rabbrividire è quello del body shaming.
Il body shaming è una forma di bullismo virtuale che causa danni soprattutto agli adolescenti. Secondo i dati di Pew Research (aggiornati a gennaio 2021) la fascia d’età più colpita in America è dai 18 ai 29 anni, con il 64% che ha dichiarato di aver subito offese in Rete. Le offese riguardanti l’aspetto fisico sono causa di disturbi come l’anoressia, oggi la seconda causa di morte tra i 12-18 anni dopo gli incidenti stradali. Chamath Palihapitiya nel suo discorso alla Stanford Graduate School of Business ha definito l’intero sistema dei social network e del mondo dell’online problematico e che mette in pericolo la salute delle persone.
La constatazione di Chamath Palihapitiya ci pone davanti a un primo paradosso, ontologico: il social network nato come rete socializzante, come può separare, disgregare e dissociare? A tutto questo Pinterest, Instagram e Tik Tok rispondono con un “socially correct”, hanno deciso di limitare la sponsorizzazione di pubblicità che esaltano la perfezione estetica e pubblicizzano diete e chirurgia estetica, ma piuttosto diffondere la normalizzazione di un corpo che non è perfetto e non deve porsi di esserlo. Inoltre hanno constato di moderare, se non abolire del tutto i filtri per “ritoccare” i propri selfie e di concedere assistenza alle vittime di bullismo e di molestie. Nel dettaglio Pinterest ha proibito ogni forma di pubblicità di prodotti riguardanti la perdita di peso e similari; Instagram si è attivata per evitare l’effetto dismorfia, ovvero l’autopercezione non più oggettiva di sé e ha deciso di impedire ai minorenni la visione di post di prodotti sulla perdita di peso; TikTok offrirà assistenza a chi è vittima di abusi fornendo il contatto di associazioni sensibili alla tematica come quella italiana “Never Give Up”, ma anche dedicando spazio a consigli validi su come affrontare un disturbo alimentare e vietando le inserzioni di app per il digiuno.
Il primo passo è partito dalla Norvegia, dove filtri e app per il ritocco sono stati aboliti dai social con una legge votata l’11 Giugno scorso con cui ministero norvegese per l’Infanzia e la Famiglia auspica di “combattere i contenuti che giocano sull’insicurezza sociale, la cattiva coscienza, la bassa autostima o contribuiscono alla pressione sul corpo.” Le speranze sono tante, in molti sembrano aderire a questo nuovo uso dei social, più educativo e più informativo affinché non diventi ancora fonte di malessere.