Gli ITS (Istituti Tecnici Superiori), al ventunesimo anno dalla nascita, confermano il proprio successo. Lo dice il monitoraggio 2021. Come noto, gli ITS sono la prima esperienza italiana di offerta formativa terziaria professionalizzante legata al Sistema produttivo territoriale e al mercato del lavoro, basati su modelli consolidati di altri paesi europei. Gli ITS si caratterizzano per una flessibilità dell’organizzazione della didattica articolata in ore di teoria, ore di teoria in forma laboratoriale, ore di stage, attività all’estero. Lo stage nelle imprese è obbligatorio per almeno il 30% del monte ore complessivo, in realtà il 41,3% delle ore totali del percorso è realizzato in stage con attività esperienziali.
L’Indire, su incarico del Ministero dell’Istruzione, realizza e gestisce la banca dati nazionale ITS e conduce un’attività di ricerca e monitoraggio per indagare gli elementi strutturali, organizzativi, didattici e di sviluppo praticati nei diversi ITS, portandoli a sistema per sostenere un processo di innovazione.
Il monitoraggio nazionale dei percorsi ITS 2021 studia l’andamento dei 201 percorsi terminati nel 2019, erogati da 83 Fondazioni ITS su 104 costituite al 31 dicembre 2019, i quali hanno visto la partecipazione di 5.097 studenti e 3.761 diplomati. Gli iscritti sono in prevalenza maschi (il 72,6%), tra i 20 e 24 anni (il 42,4%) e tra i 18-19 anni (il 38,0%) in possesso di un diploma di istruzione secondaria di secondo grado ad indirizzo tecnico (il 59%).
Rispetto agli anni precedenti si registra un aumento della fascia dei neo-diplomati e un lieve incremento dei diplomati provenienti dagli istituti professionali (dall’11,1% al 13,7%). Stabile, è invece, la provenienza dei diplomati liceali (21,0%). I percorsi sono monitorati ad un anno dal diploma, arco temporale necessario al fine di rilevare gli esiti occupazionali.
In base ai dati raccolti, l’80% dei diplomati ITS ha trovato lavoro ad un anno dal diploma. Il dato risulta particolarmente significativo perché riferito al 2020, anno di esplosione della crisi pandemica e del relativo di lockdown. Del 20% dei non occupati o in altra condizione: l’11,1% non ha trovato lavoro, il 4,1% si è iscritto ad un percorso universitario, il 2,7% è in tirocinio extracurricolare e il 2,4% è risultato irreperibile.
Di questo 80%, il 92% degli occupati ha trovato lavoro in un’area coerente con il percorso di studi, riuscendo così a mettere in evidenza un trend in crescita per Mobilità sostenibile, Tecnologie dell’informazione e della comunicazione e Nuove Tecnologie della vita. Il 42,1% degli occupati, inoltre, ha trovato lavoro con contratto a tempo determinato o lavoro autonomo in regime agevolato (tipologia contrattuale più utilizzata in tutte le aree tecnologiche).
I diplomati dei percorsi terminati nel 2019 sono 3.761, il 73,7% degli iscritti. L’analisi per area tecnologica evidenzia che a ottenere i risultati migliori in termini di successo formativo è l’area Nuove tecnologie per il made in Italy (79,1%) e in particolare l’ambito Sistema meccanica (85,5%).