La “Vita Nova” di Dante, il “Canzoniere” di Petrarca, per arrivare alle opere della nostra contemporaneità. Nomi e titoli che per molti sono vaghi ricordi dei tempi della scuola, si insinuano sempre di più, con nuovo vigore, fra le pieghe del web, dimostrando sempre di più la loro attualità. Italo Calvino definì il classico come “un’opera che non finisce mai di dire tutto ciò che realmente ha da dire”. Le opere della letteratura italiana si fanno manifesti di come sia cambiata nei secoli la nostra bellissima lingua. Istituti deputati a questa missione si sono da qualche anno a questa parte mossi per rendere maggiormente fruibili le opere dei grandi autori. Ciò consiste in una vasta campagna di digitalizzazione non solo dei testi delle opere, ma anche di parole tanto belle quanto rare da essere salvate, in quanto perle preziose per l’espressione dei nostri pensieri, così come la scannerizzazione delle coloratissime miniature medievali dei testi del Trecento, di bellezza semplice, sincera ed immediata.
L’Accademia della Crusca, fondata nell’Autunno del Rinascimento (1582-83), ha fatto grandi balzi in avanti da quel 1612, anno in cui fu pubblicato il primo vocabolario della lingua italiana.
Oggi i Cruscanti (membri dell’accademia) si prodigano per rendere lo studio della lingua italiana sempre più presente e di facile accesso. Nozione assodata è il fatto che, tra le tante cose, una lingua è anche una chiave, che può schiudere una letteratura, perciò pensieri, uomini e donne in carne ed ossa.
Fra i vari lavori che impegnano oggi studiosi di tutta Italia (e non solo), troviamo certamente opere degne per lo meno di menzione.
Ad esempio, vari dizionari dell’uso, quali il Garzanti, offrono il proprio catalogo di parole, aggiornato congiuntamente alle necessità espositive del web, proprio sul sito ufficiale dell’Accademia della Crusca. https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/dizionari/6225
Ad aiutare questa vasta campagna subentrano anche le più importanti testate giornalistiche nazionali, come Repubblica, presso il cui sito è disponibile il grande vocabolario scritto per la Hoepli; ancora, il “Nuovo De Mauro”, altro vocabolario della lingua italiana noto a generazioni di studiosi e studenti, è disponibile su https://dizionario.internazionale.it/ .
L’altra grande pietra miliare del sapere italiano, fino a poco più di un decennio fa venduta ed edita in innumerevoli tomi, costosi quanto desiderati dagli appassionati, l’enciclopedia Treccani è stata resa disponibile su schermo digitale. Ciò che un tempo era un elitario gioco collezionistico è ora certificato ausilio per ricerche e domande.
Se da una parte siamo in grado di consultare ottimi vocabolari ed enciclopedie, siamo in grado oggi, con poco, di scendere ancora più nel dettaglio, per ciò che concerne lo studio della letteratura. Ciò è possibile attraverso il TLIO (http://tlio.ovi.cnr.it/TLIO/). Il TLIO è il “Tesoro della lingua Italiana delle origini”, sensazionale compedio linguistico, ancora in fase di elaborazione, il quale rende appetibile la forma delle parole per come sono nate nell’italiano antico, con la loro storia e il loro processo di mutamento nel corso dei secoli, sia nella forma che nel significato.
Da che per secoli il consulto di un vocabolario, di definizioni o di etimologie che fosse, è stato indirizzato a biblioteche e a grandi tomi, non aperti a tutti, oggi chiunque sia mosso dal produttivo impulso della curiosità può digitare in rete una parola, per conoscerne le sfaccettature, l’origine e ancora la sua storia.
Se ne conclude che la storia delle parole di una lingua è la storia dei suoi parlanti, perciò conoscere meglio le parole e il loro utilizzo conferisce proprietà critiche oggi richiestissime non solo in campi specifici riferiti alla lingua e al suo studio, bensì anche in aziende specializzate in settori di tutt’altro genere. Oggi l’Accademia della Crusca, insieme ad altre istituzioni culturali, quali la Società Dante Alighieri sono impegnate nella campagna di digitalizzazione di vocabolari e manuali di vario genere. Certo è che tali progetti, se non in fase embrionale, sono sicuramente ancora in via di sviluppo. Ciò perché la lingua cambia e si modifica costantemente. Sotto questo punto di vista, la lingua è un elemento “vivo”, nel senso che, in quanto strumento, muta e si mutua.