Club house, un social più “umano”?

Club house è un social network di casa Silicon Valley che negli ultimi giorni è sulla bocca di tutti.  É nata soltanto nell’aprile 2020 per mano di Rohan Seth e Paul Davison, un ingegnere e un imprenditore della start up Alpha Exploration Co che a distanza di un anno esatto dal lancio ha già raggiunto i cinque milioni di iscritti e sta ampliando sempre di più il suo bacino di utenza. Attualmente ha un valore di un miliardo di dollari ma nonostante la grande cifra, a muovere i fili dell’ intero sistema sono solo poche persone (una ventina circa). Per questo motivo Clubhouse sta assumendo nuovi membri del team, con l’obiettivo di raddoppiare i suoi addetti.

Ma come funziona l’applicazione? Club house è un elemento che si distacca dal panorama social in cui domina la cultura dell’immagine (pensiamo a Facebook e  Instagram ad esempio) perché si fonda sull’interazione vocale in tempo reale fra gli utenti che vi accedono. All’interno dell’ app troviamo stanze virtuali che sono suddivise in aree tematiche e aperte da quelli che saranno poi i moderatori. I moderatori hanno il compito di gestire tutta la chat vocale, infatti, nel momento in cui un utente alza la mano, può intervenire solo quando il moderatore glielo permette.

Gli utenti non sono tutti uguali: nella stanza si può essere moderatori, speaker o ascoltatori. Al primo spetta il compito di «curare» la conversazione, invitare gli speaker e dare o togliere loro parola, espellere utenti dalla stanza. Gli speaker sono coloro che, come dice la parola stessa, parlano; gli ascoltatori (listener) possono assistere e chiedere di intervenire. Tutti (quindi non solo i moderatori) possono segnalare abusi.

Esistono tre tipi diversi di stanze: open, social e closed. Una stanza open è di fatto aperta a chiunque stia navigando nell’app mentre una stanza social è visibile solo ai collegamenti di chi la crea. Una stanza closed, è una stanza che come dice la parola stessa, è chiusa quindi accessibile solo a chi l’ha creata e a chi è stato invitato. Dopo essere entrati in una stanza pubblica si diventa parte della platea e si può ascoltare  quello che viene detto. 

Il punto di forza più evidente dell’applicazione è il fatto che risulti più “umana”. Infatti la comunicazione vocale è di per sé coinvolgente, immediata e attrattiva. Inoltre la voce permette di avere una rappresentazione più autentica delle persone che utilizzano il social al contrario delle immagini e i messaggi scritti.
Può essere definita una via di mezzo tra un podcast interattivo e un normale sistema di messaggistica istantanea. 

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