È stato presentato il 28 marzo 2018, presso il Parlamento del Cnel, il XVIII Rapporto annuale sulla formazione continua (2016-17), curato dall’ANPAL per descrivere e monitorare le politiche a supporto della formazione dei lavoratori e delle imprese.
Il Rapporto ritrae le criticità e le opportunità di un sistema della formazione ancora indietro rispetto agli altri paesi europei ma in costante sviluppo rispetto alle strategie aziendali che riguardano proprio la formazione continua, che ormai non viene più intesa dalle aziende come semplice attività d’aula, esclusivamente didattica, ma coinvolge i lavoratori in vere e proprie esperienze pratiche, adattabili ad ogni livello di qualifica e istruzione.
Dal quadro si evince che i Fondi Paritetici Interprofessionali sono riusciti ad assecondare questo cambio di paradigma offrendo attività di formazione programmate per raggiungere finalità sempre più attente ai processi di mantenimento delle competenze e, al tempo stesso, ai processi innovativi tipici di Industria 4.0.
Se le criticità risiedono nella riduzione ormai permanente delle risorse destinate alla formazione, le opportunità principali sono da ricercare soprattutto nella crescita delle adesioni da parte delle aziende ai Fondi Paritetici Interprofessionali, seppur in misura minore rispetto agli anni precedenti ma solo per questioni logiche, poiché i numeri raggiunti negli anni passati in molti settori sono stati ampiamente soddisfacenti e quindi difficilmente superabili oggi.
In tal senso, i dati riportati fanno registrare un processo di crescita che attesta le imprese aderenti a quasi 950 mila e i lavoratori impiegati nel settore privato ad oltre 10,6 milioni.
L’analisi delle classi dimensionali conferma le caratteristiche strutturali del nostro sistema produttivo nella prevalenza di micro imprese aderenti, soprattutto nei settori dell’artigianato e dei servizi alle imprese e alle persone.
Per favorire queste piccole realtà imprenditoriali, le strategie operative dei Fondi Interprofessionali stimolano forme di aggregazione della domanda formativa attraverso incentivi su misura e piani individuali finanziabili.
Il Rapporto sottolinea anche come Fondi, Regioni e parti sociali tendono a condividere una visione d’insieme sui temi della formazione e sugli obiettivi a cui tendere, soprattutto per favorire l’innalzamento della qualità e della competitività delle competenze.
Tutto ciò risulta indispensabile per garantire solidità al sistema della formazione, anche in relazione al confronto con gli altri paesi europei all’interno dell’European Qualification Framework (EQF).