Twitch, analisi di un successo

Negli ultimi anni si è sentito molto parlare di Twitch, una piattaforma di live streaming di proprietà Amazon lanciata il 6 Giugno 2011. Twitch nasce come successore spirituale della piattaforma Justin.tv, principalmente utilizzata per lo streaming di videogiochi e che si avvaleva di un sistema a canali simili a quello di YouTube. 

Twitch è nato principalmente per lo stream di gameplay, in cui gli spettatori vedono i progressi degli streamer nei videogiochi più popolari e non, ma nell’ultimo periodo stanno nascendo sempre più profili dedicati ad altre tematiche come la filosofia, la divulgazione scientifica, i podcast, il business.

Twitch conta 140 milioni di visitatori ogni mese, un numero altissimo se pensiamo che nel 2015 ne aveva 55 millioni, mensili. Gli utenti Twitch sono prevalentemente millennial. L’età media è tra i 18 e i 34 anni: un target con alto potere di acquisto e interessi molto specifici e settoriali.

Una domanda che viene spontanea è: perché questi grandi numeri? Ma soprattutto, perché utilizzare Twitch per fare live quando ci sono molte altre piattaforme gratuite che offrono lo stesso servizio? Proviamo ad analizzare i possibili motivi. 

Innanzitutto c’è il motivo economico: Twitch paga molto di più i creatori di contenuti e ha diversi modi per farlo. Infatti, a differenza di Youtube, principale competitor di Twitch, ogni qual volta un utente si abbona ad un determinato canale, il creatore che lo possiede riceve un guadagno. L’abbonamento parte da un minimo di $4.99 al mese fino a $24.99. In cambio, gli abbonati ricevono l’accesso alle emoticon da poter usare nella chat ed a altri vantaggi stabiliti dal creatore stesso. 

C’è anche l’opzione di poter usufruire del servizio Prime Gaming , incluso con Amazon Prime, che offre un abbonamento gratuito a un canale Twitch; in questo modo lo streamer riceverà ogni mese una parte del guadagno da Amazon stesso. 

Un altro modo di guadagnare sulla piattaforma è attraverso le donazioni che gli utenti fanno ai creatori di contenuti durante le live, sia per supportare il canale sia per avere maggiore visibilità. Infatti chi dona avrà più probabilità di essere notato sulla chat. 

Questo aspetto è molto importante perché Twitch riesce a mettere in contatto gli spettatori con i content creator, creando così un senso di comunità. Sul sito della piattaforma streaming, nella parte dedicata agli eventi speciali troviamo queste parole: ”La community Twitch è nota per la sua passione (#bleedpurple). Nel corso degli anni abbiamo visto formarsi innumerevoli amicizie, fidanzamenti e matrimoni trasmessi live e decine di raduni in occasione di convention per gli emittenti e i loro fan.” Questa passione ha portato gruppi di fan, in diverse parti del mondo, a ”condividere il loro amore per Twitch, instaurando contatti tra di loro e con le associazioni di gaming locali e coltivando le amicizie nella vita reale”.

Per molti la cosa più attraente della piattaforma viola è la naturalezza che hanno inevitabilmente gli streamer. E’ impossibile fingere davanti ad una telecamera per ore e ore. A volte le live durano anche giorni e così l’utente si sente  inserito nella quotidianità del suo streamer preferito. Investendo sugli streamer, Twitch ha creato un ecosistema in continua crescita, che vede un investimento sui content creator tornare indietro con iscrizioni e abbonamenti, garantendo un ciclo prosperoso. Allora c’è molto da imparare da Twitch che ha dimostrato che avere una community attiva, un pubblico fidelizzato è la chiave del successo.

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